Wednesday, August 29, 2012

Rødgrød med fløde



Buongiorno a tutti, anzi god morgen. Scusate ancora il ritardo (ed i capelli) ma come ho detto in un altro post, la settimana scorsa ero a Bruxelles, e scusate anche la voce e le occhiaie, ma è stata una settimana...come dire? Intensa. Diciamo che ho fatto la mia parte per sostenere l'economia locale. Comunque, passiamo alla nostra lezione di danese per questa settimana, che come promesso si concentrerà su una pietra miliare nel processo di integrazione in Danimarca: rødgrød med fløde. La scelta è caduta qui grazie a coloro che hanno commentato il mio primo video su Facebook. È stato un bellissimo scambio di opinioni sul post ed in messaggi privati, che mi ha dato nuove idee per prossimi posts. Grazie davvero.

Questa frase è apparentemente innocua: significa budino di cereali (grød) rosso (rød, per via delle bacche che ci si mettono dentro) con formaggio morbido (fløde). In realtà, è un vero rito di iniziazione. Non appena proverete a parlare danese, ci sarà sicuramente un danese che vi chiederà di dirla. Tranquilli, comunque vada, non ce la farete mai al primo colpo e lo farete ridere. In fin dei conti bisogna ipotecare parte della propria reputazione ai fini dell'integrazione.

Questa frase mi permette anche di condividere alcuni trucchetti di fonetica. Della d ho accennato qualcosa nel primo video post. Ne parlerò in dettaglio in un prossimo post. Per ora, riconoscete il fonema? Vi ricordate quando dicevo che la d ha un certo fonema che si produce mettendo la lingua fuori ed appoggiandola sopra i denti?

Visto che ho promesso di lasciare i post sotto i due minuti, oggi parliamo della ø e la prossima volta parleremo della r.

La ø si pronuncia ø. Per parlare danese è necessario calarci in una realtà di suoni diversa da quella italiana. Non è solo il problema che non ci si capisca niente. Il problema è che mentre in italiano abbiamo otto fonemi corrispondenti alle vocali (à á è é i ó ò u), il danese ne ha più di venti. Come scrissi in un altro post, anche i danesi capiscono solo il 60% di quello che si dicono tra di loro.

È vero anche che finché la frase sarà strutturata bene, riusciremo a farci capire, ed a questo dedicherò un altro post (sto facendo più promesse di un politico). Tuttavia, dobbiamo perciò fare attenzione. Per esempio, alcune parole cambiano solo per una sola lettera ed una pronuncia non accurata rischia di far ridere più di rødgrød med fløde. Prendiamo ad esempio le parole bade (bagno), både (entrambi), bede (l'infinito di pregare), e bøde (multa). A seconda di come pronuncia la vocale, potremmo arrivare a convertire “Jeg skal på toilettet og tager en bade” (vado in bagno e mi faccio una doccia) in “ Jeg skal på toilettet og tager en bøde” (vado in bagno e mi faccio una multa).

Direi che non sono riuscito a mantere nemmeno la mia prima promessa (di tenere ogni video sui due minuti).
Spero comunque che nessun linguista se la prenda se ho semplificato un po'. Fatemi sapere se ho fatto confusione, se avete curiosità sulla lingua danese o avete dubbi su un argomento in particolare, oppure se magari preferite qualcosa più dedicato sulla fonetica, eccetera. Insomma, fatemi sapere. Compe sempre, il video è anche su youtube.

Quindi, all together now. Rødgrød med fløde.

Take care,
Francesco

Friday, August 24, 2012

Manuale di sopravvivenza in Danimarca: la disoccupazione (dagpenge)

Ciao a tutti.
Vi scrivo da Bruxelles e quindi niente video per questa settimana, anche se ho promesso un paio di contributi, che non mi sono scordato. Prometto di riparare la settimana prossima con una nuova lezione.
Oggi invece parliamo di lavoro. O meglio, come funziona in Danimarca quando il lavoro, ahimè, si perde.


Come vediamo, la Danimarca sta vivendo una nuova stagione di migrazioni. Non solo di immigrazione, ma anche di emigrazione, come ho scritto in un altro post. Nel gruppo “ufficiale” degli Italiani in Danimarca su Facebook, molti chiedono consigli su come si sta in Danimarca oppure come trovare lavoro, se la lingua è difficile, come è la vita sociale etc. Nella maggioranza dei casi, la scelta cade sulla Danimarca non per il clima piacevole, il buon cibo o la socialità delle persone, quanto per la ricerca di lavoro e di sicurezza sociale.
Premetto che personalmente, credo che nella ricerca di un lavoro conti di più la fortuna (o il caso) piuttosto che il nostro profilo o i suggerimenti che possiamo ricevere, come in tutte le attività che sfuggono al nostro controllo. Einsten lo diceva no? Per il successo di un evento (E), le azioni sulle quali abbiamo influenza (m) contano meno del caso (c al quadrato). Per chi volesse una lettura sul ruolo del caso nelle nostre vite, suggerisco Taleb ed il suo Cigno nero (no, non quello della Portman nel film).

Tuttavia, questo non è un post sul caso. Come dicevo, uno dei motivi per cui molti stanno dirigendosi verso la Danimarca è lo stato sociale: la Danimarca è uno dei paesi al mondo dove una persona può ancora vivere del proprio lavoro, indipendentemente dal lavoro. Nel caso rimanesse disoccupato, comunque non diventerà indigente perché lo stato provvederà alla sua sussistenza.

Ci sono vari modi in cui lo stato danese interviene. Parlerò del kontanthjælp (aiuto contante) e della folkpension (la “pensione del popolo”) in prossimi posts. Qui vorrei invece soffermarmi su quello che probabilmente più interessa chi sta attualmente lavorando o cercando un impiego in Danimarca, il dagpenge (letteralmente, moneta quotidiana), cioè: come avere diritto alla disoccupazione in Danimarca. Il post è un po' lungo (sorry) e per questo ho cercato di suddividerlo in domande, un sorta di FAQ.

Come fare per ottenere dagpenge?
Contrariamente a quanto si pensa, la Danimarca non ha alcun sussidio pubblico di disoccupazione. Esistono le A-kasser (da arbajde kasse, la cassa del lavoro): un'assicurazione facoltativa, variabile a seconda della A-kasse alla quale ci si iscrive (attorno a 50 € al mese), che provvede a pagare un sussidio di assicurazione pari ad una percentuale del salario (dipende dal salario) per un massimo di due anni. Basta digitare “A-kasse Danmark” su Google ed appariranno molti siti dove si confrontano prezzi e servizi. Il sussidio di disoccupazione è versato sotto forma di un ammontare che l'assicurato, disoccupato, riceve ogni giorno (da cui, dagpenge). Questa foto in internet lo spiega piuttosto bene.


A quali condizioni?
Il disoccupato non è semplicemente inattivo, ma è pagato per cercare lavoro a tempo pieno. Questo include l'invio di un numero di CV alla settimana, ed almeno un login alla settimana nel sito della A-kasse. La condizione principale è la residenza: per ottenere dagpenge si deve essere residenti in Danimarca, oltre naturalmente ad avere un CPR (conditio sine qua non). Ogni viaggio od uscita dalla Danimarca durante i giorni lavorativi deve essere comunicata alla A-Kasse che provvede a sospendere il pagamento per quei giorni. Inoltre, leggere sotto, è necessario avere lavorato un minimo di ore.

Quando?
Per avere diritto al dagpenge, l'assicurato deve avere lavorato almeno 1924 ore su tre anni. Attenzione: ai fini della A-kasse, le ore di lavoro vengono calcolate a partire da quando si è iscritti alla A-kasse: non vale lavorare 2500 ore, perdere il lavoro e poi iscriversi. In questo caso il computo delle ore per la A-kasse è zero.

Quanto?
Il dagpenge dipende se il lavoro contro la cui perdita ci si è assicurati è full-time o part-time (lo si dichiara al momento di iscriversi e la quota da pagare è diversa). Comunque, può essere fino a 17.073 corone al mese.

Quindi consiglio vivamente di iscriversi ad una A-kasse non appena si inizia un lavoro, full-time o part-time che sia, per non rischiare di lavorare per niente. L'iscrizione ed un lavoro per almeno 1924 ore (un anno full-time) qualsiasi danno accesso ad una buona disoccupazione per 2 anni, che permette di vivere dignitosamente mentre si cerca un altro lavoro oppure si cerca di cambiare la propria vita, per esempio fondando la propria impresa (anche di questo parlerò in seguito) Alcune sono anche un sindacato che dopo un certo numero di mesi di iscrizione paga anche eventuali spese legali per problemi sul lavoro.

Mi dispiace di avere scritto forse troppo, ma spero sia servito, non vedo l'ora di ricevere i vostri commenti sul blog nel caso abbia tralasciato qualcosa od abbiate domande!

Take care,
Francesco

Tuesday, August 14, 2012

Sopravvivenza quotidiana: cos'è udansk?


Ciao a tutti. 

Niente video per oggi, ma volevo condividere con voi una cosa di cui abbiamo parlato con alcuni amici non danesi, proprio come me. Si tratta di una parola che può spaventare e che può essere utile da conoscere per la sopravvivenza quotidiana in Danimarca. Viene tradotta come anti-danese, ma in realtà vuol dire inconsueto, inappropriato, non-come-dovrebbe-essere o non-si-è-mai-visto. Cos'è? Udansk

Forse avrete visto molte parole in danese che iniziano con la lettera U. A parte uddannelse (educazione), in quasi tutte le altre parole la U iniziale serve come negazione (come uhyggeligt = che fa paura).

Come sappiamo, la cultura danese fa spesso coincidere cultura patria e casa, soprattutto quando deve definire qualcosa in negativo. qualcosa di non-si-è-mai-visto-qui è udansk ma non ha connotati religiosi/patriottici/nazionalisti. Insultare le vecchiette è udansk, in italia diremmo "non s'è mai visto".

Per esempio, se digitiamo udansk in Google, il primo risultato delle immagini è una foto del leader di SF (ed attuale ministro) Villy Søvndal, che disse nel 2009 che un'azione di polizia (un'incursione notturna di sgombero in una chiesa occupata da richiedenti asilo) era udansk. Insomma, è come dire ”non ci appartiene, non fa parte del nostro bagaglio culturale”.
Søvndal: Udansk aktion - 1

Confesso che la prima volta che ho sentito da una persona che si lamentava il termine udansk, anche io sono balzato sulla sedia. Tuttavia è un'espressione e non deve spaventare, non scordiamoci che la Danimarca è/era molto omogenea culturalmente: patria, cultura, nazione concidono.

Quindi possiamo ben immaginarci come per un anziano il consueto sia danese, l'inconsueto sia non danese, ossia udansk. Mentre alcuni semplicemente non sanno come definirlo altrimenti e per altri può suonare po' old fashion, per altri è un'espressione che racchiude tanti significati in uno e risponde anche ad uno dei criteri della lingua danese: la praticità.

Buon (u)dansk a tutti.

Take care,

Francesco



Monday, August 13, 2012

Le presentazioni in danese

Ri-benvenuti nel magico mondo del danese per tutti (tutti gli italiani almeno). Come potete vedere dai contenuti, sono fermo da qualche mese. Sono stato moltissimo occupatissimo e poi in ferie.
Poi potrete vedere anche un'altra cosa, e cioè che questo blog o piccolo sito ha un formato nuovo, piú interattivo. Ossia, da oggi le lezioni (o lesioni) di danese saranno in video, mentre il testo del video sarà a seguire cosí che possiate leggere anche come si scrive. Cercherò di restare attorno ai due minuti per video, cosí che possa essere flessibile. Spero che sia un buon compromesso, fatemi sapere cosa ve ne pare commentando su questo post!

Partiamo dall'inizio, cioè dalle presentazioni. Innanzitutto scusate la pettinatura ma siamo a lunedí ed è duro per tutti. Comunque, quando due persone si incontrano per la prima volta di persona in Danimarca, c'è un rituale. Innanzitutto la stretta di mano forte o per lo meno ferma, lo sguardo fisso negli occhi e la conversazione va più o meno cosí.
A - "Hej, hvad hedder du?"
B - "Jeg hedder Francesco, hvad hedder du?"
A- "Jeg hedder Jonas (un nome qualsiasi), det glæder mig at møde dig".

Purtroppo questa è una di quelle espressioni che bisogna conoscere. Comunque possiamo vedere alcune cose che ci verranno utili in seguito.
1. Il fonema d: la lettera d dell'alfabeto si dice "de" ma si pronuncia d nel danese parlato. Non non vergognatevi di tirare fuori la lingua un po', almeno i primi tempi, per farvi capire bene e per prendere confidenza. Il danese ha molti piú fonemi dell'italiano e il d è fondamentale, anche se fa ridere.
2. L'espressione "det glæder mig" è traducibile come "mi fa piacere", in inglese per esempio c'è un aggettivo glad per dire felice.Si può usare in molte occasioni. Per esempio, se consigliate un ristorante ad un amico e poi ne è contento, allora potete dire "det glæder mig".

Spero che sia rimasto abbastanza corto e che possa essere di aiuto. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Vi ses! (Ci vediamo...un'altra espressione da imparare a memoria :) )
Francesco